domenica 13 maggio 2007

Sono in ritardo per gli incipit?

Forse è già tardi ma li ho scritti e li posto. I miei cinque incipit su "incarico" di Angelo.
Cesare Zavattini – Parliamo tanto di me.
La notte del 17 gennaio 1930 leggevo un romanzo d’amore. Il fuoco crepitava nel camino. Coricato nel soffice letto, interrompevo ogni tanto la lettura per ascoltare i sibili del vento fra gli alberi della foresta. I vetri tersi della finestra lasciavano scorgere il cielo pallido e due alberi, sulla collina, ornati di neve. Guardai il pendolo: segnava le due. Spensi la luce, mi rannicchiai sotto le coltri. “Dormiamo” dissi. Trascorsero venti, trenta minuti: mi accori che avevo gli occhi aperti. Un’ora dopo ero ancora incantato a guardare le stelle che alcune nubi venute dal mare a poco a poco coprivano. Stavo meditando sulla mia insonnia, quando le nubi si sciolsero in una pigoggia fine e lenta. Voltai fianco e decisi fermamente di dormire. A un tratto, quasi mi ero appisolato, strani rumori e fruscii colpironono le mie orecchie. “Saranno gli spiriti” pensai. Piano pianino sollevato il capo, guadai intorno. La stanza era rischiarata dal bagliore degli ultimi tizzi. Non mi ero ingannato. Vidi le loro diafane forme simili a veli fluttuare tra i mobili, confondersi nel fumo del camino, indugiare davanti allo specchio. Invece di accendere la luce, restai fermo e finsi di russare.

Banana Yoshimoto – Sonno profondo.
Da quanto tempo sarà che quando sono da sola dormo in questo modo?
Il sonno viene come l’avanzare della marea. Opporsi è impossibile. È un sonno così profondo che né lo squillo del telefono né il rumore delle auto che passano fuori mi arrivano all’orecchio. Nessun dolere, nessuna tristezza laggiù: solo il mondo del sonno dove precipito con un tonfo.
È soltanto nel momento in cui riapro gli occhi che mi sento un po’ triste. Alzo lo sguardo verso il cielo rannuvolato e mi rendo conto di aver dormito molto a lungo. Ancora un po’ intontita penso: non avevo la minima intenzione di dormire, e invece ho perso tutta la giornata… E a un tratto, in quel pesante rammarico così vicino alla vergogna, mi si gela il sangue.

Banana Yoshimoto – Ricordi di un vicolo cieco (La casa dei fantasmi).
“Perché invece non vieni a mangiare da me, Setchan? Io avrei voglia di nabe, ma prepararlo a casa da soli non c’è gusto.”
Io avevo detto semplicemente:
“Per ringraziarti del tuo aiuto al lavoro, con i soldi della paga vorrei invitarti a mangiare.”
E quella era stata la rispsta di Iwakura.
Ero indecisa. Se un ragazzo che vive da solo ti fa una proposta del genere, come interpretarla?
Però, conoscendolo, nel suo invito non dovrebbero esserci secondi fini, pensai, e in più casa sua dovrebbe essere proprio dalle mie parti.
A ogni modo lo aveva detto con un’espressione innocente, e un tono di noncuranza, e anche il battito del mio cuore non aveva subito nessuna accelerazione.
Vi era in lui qualcosa di indefinibile, come un cielo nuvoloso nel cuore dell’inverno, a metà tra allegria e cupezza, che in qualche modo mi tratteneva dall’innamorarmi di lui. non riuscivo a percepire quell’energia e quell’esaltazione che ti danno una carica straordinaria, così importanti negli amori giovanili.

Arthur Schopenhauer – L’arte di insultare.
Le abbreviazioni: lo studium brevitatis arriva al punto di tagliare la coda al diavolo e scriver Mefisto anziché Mefistofele.
L’abolizione del latino: l’abolizione del latino come lingua dotta universale e l’introduzione al suo posto dello spirito borghese delle letterature nazionali sono state per le scienze in Europa un vero disastro.
L’abolizione della pena di morte: a coloro che vorrebbero abolirla, bisogna rispondere: “Abolite prima l’omicidio dal mondo: poi potrete abolire anche la pena di morte”.
L’Accademia Danese: se lo scopo delle accademie fosse quello di reprimere, per quanto possibile, la verità, di soffocare con tutte le forze l’ingegno e il talento e di conservare intatta la fama dei millantatori e dei ciarlatani, la nostra Accademia Danese questa volta vi avrebbe corrisposto in modo davvero egregio.

Arthur Schopenhauer – L’arte di farsi rispettare.
L’onore è un sentimento che, sorgendo dal profondo e con frequenza quotidiana, è a tutti ben noto e assai familiare. Ma alle persone in qualche misura inclini e portate al pensiero astratto potrebbe essere gradito fissarlo e riconsiderarlo una buona volta in concetti chiari nello specchio neutro della riflessione. In questa guisa, a causa della metamorfosi subita e malgrado la sua familiarità, l’oggetto di studio viene sì privato dello stimolo della novità, ma se ne ha il ben più solido vantaggio che in virtù di tale trasformazione risulta facile vedere quanto di siffatto sentimento si fondi sulla natura umana e sulle sue condizioni essenziali, e quanto invece solo su un pregiudizio precocemente assimilato.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Confesso di non aver letto nessuno dei tuoi libri... e addirittura di non conoscere per niente la Yoshimoto (che sono andato a cercare su Wikipedia...). Una scrittrice interessante, che cercherò di leggere appena possibile. Quando approfondisci il modo di pensare dei giapponesi contemporanei viene sempre fuori il loro atteggiamento nei confronti della vita, il loro codice etico, che è ribaltato rispetto al nostro. Di Schopenhauer ho letto solo il classico Il mondo come volontà e rappresentazione e non mi ha entusiasmato, nonostante una trentina d'anni fa fosse molto in auge. Ma come mai queste scelte così inusuali?

assunta altieri ha detto...

4 su 5.
Parliamo tanto di me ce l'ho in casa, da qualche parte. Mi pare me lo abbiano regalato a Parma, non ricordo chi e non ricordo perché. Si vede che non era poi così importante.
La Yoshimoto mi piace moltissimo, se non l'hai già letto ti consiglio anche L'abito di piume. Del secondo libro che citi, anche io ho amato in particolare quel racconto. Credo che piacerebbe anche a Dandapit. Tempi che si riprendono. Bello.
Di Arthur Schopenhauer, ho letto entrambi i libretti che citi. Tempo fa. Ogni tanto li riprendo. Non condivido tutto, ma è bello farsi prendere dalla rete riflessiva.

A presto
assu

Bhuidhe ha detto...

Coraggio Angelo, pure io o su 5, non come quella secchiona dell'Assu!
Che bella lista eclectica Alba!

assunta altieri ha detto...

Bè, è una questione di scrittori. In genere quando uno scrittore mi piace e la Y. mi piace parecchio tendo a leggere più di uno dei suoi libri. E qui sono stata fortunata. E per S., quei libretti attirano l'attenzione.