lunedì 28 maggio 2007

Parole come formiche.

Sono acqua che scorre silenziosa nel fiume della vita. Accidenti a me. Sono muta. Perché? Perché non riesco mai a dire ciò che penso? Dentro di me ce le ho tutte le parole che vorrei dire e poi si fermano in gola, raschiano un po' e vanno a fare compagnia alle tante altre accumulate negli anni. Parole che avrei dovuto dire. Parole che avrei dovuto urlare. E poi quelle maledette parole che avrei dovuto tacere, quelle che invece sono venute fuori inopportune come formiche dalla zuccheriera di porcellana.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Confucio diceva, "nove pensieri, una parola", per significare che spesso diciamo cose che poi vorremmo rimangiarci... Parole che fanno male, parole dettate dall'impulso, dalla rabbia, che non ci appartengono veramente.

E poi, certo, ci sono quelle che non diciamo, magari (e parlo per me) che sono come una nuvola confusa che non sa cristallizzarsi in termini e concetti chiari, o che si ha paura di dire: troppo diverse dal nostro modo di vivere, dall'immagine che hanno gli altri di noi.

Ma tu non sei affatto muta: sei acqua che scorre nel fiume della vita come siamo tutti, e fai sentire la tua voce, ti interroghi, ti confronti.

La tua voce canta attraverso il conflitto invece che nella serenità, ma canta, e io la sento benissimo, piena e forte

assunta altieri ha detto...

Di parole ne diciamo sempre troppe, Alba. Di questo sono profondamente persuasa. Forse dovremo imparare ad ascoltare di più.

A presto
assu

Bhuidhe ha detto...

Credo che scrivere sia un ottimo modo per liberare anche la parola detta. :-)

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie