lunedì 23 aprile 2007

Potrei farlo ma non posso!!!

Sono giorni difficili. Vorrei lasciare il mio lavoro e iniziarne un altro da libera professionista. Ho paura di perdere la sicurezza dello stipendio, ma so che se non lo faccio adesso non lo potrò fare più. Ogni notte mi figuro la scena: vado dal titolare e gli dico che me ne vado, tanto siamo tutti utili e nessuno indispensabile e quindi me ne andrò dal giorno seguente, anzi da subito. Mi vedo uscire d'ufficio con la scatola piena delle poche cavolate che mi appartengono lasciando alle spalle quell'ufficio che oramai subisco. Non guardo indietro nel mio sogno. Guardo dritto negli occhi il grande capo e gli dico: trovati un'altra cogliona da sfruttare, io da domani ballo da sola. Lo potrei fare, so che lo potrei fare. Ma i miei figli? L'università? La moto? Le felpe firmate? I compleanni dagli amici? Mamma cosa mangiamo oggi? Pane, amore e fantasia.
Potrei farlo, ma non posso e sto rinunciando all'ultima occasione di poterlo fare.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Non farlo.

Cose come cambiare lavoro si fanno se una ha una prospettiva professionale migliore e sicura. Anche se sei certa di riuscire a farcela, andresti incontro ad un periodo di difficoltà veramente dure da superare.

I dissidi in ufficio non si risolvono scappando, ma combattendo con determinazione e forza, magari cercando intorno a te un sostegno per condurre la battaglia.

Io in una situazione del genere sono riuscito a sfasciare due cellulari in un giorno solo contro la parete dell'ufficio, ma ho resistito, e ora il capo se ne è andato.

Al limite cerca un altro lavoro, ma senza lasciare la sicurezza.
Scusa se mi permetto di darti dei consigli, ma è quello che farei io.
Un abbraccio

Bhuidhe ha detto...

Angelo, imparo un nuovo interessante lato di te!!

Alba: cara, io lavoro da libera professionista insieme a tutti i miei colleghi e ti posso dire un po' com'è: sì, non hai un capo, puoi decidere il tuo orario, sei indipendente - tante cose di valore. Ma come dici tu c'è un'eterna insicurezza, uno stress mensile, dei mesi col conto in rosso.

Libertà di orario significa anche nessuno orario - pur di lavorare accetti qualsiasi cosa e lavori anche sabato sera quando gli amici sono al cinema, anche la domenica mentre la famiglia va a spasso senza di te.

Mettere su una proprio azienda poi come ha fatto un mio coraggioso collega, significa nei primi anni soltanto lavoro, e niente vita privata, nessun tempo per se. E' una cosa che dicono un po' tutti, rinunci a vivre per qualche anno e diventi il tuo lavoro.

Non ti dico fare o non fare (capisco le sensate motivazioni di Angelo) ma per favore, non pensare che tutti i vantaggi stanno dalla parte del libero professionista: ricordati, non avrai più né diritti, né protezione, sarai esposto come un marinaio lasciato sul pontile di una nave nella bufera mentre gli altri sono andati giù di sotto.

Ma in fondo devi fare una scelta, cerca di viverla come una cosa attiva e non una passiva accettazione del destino che qualcuno ti butta adossa.
Reagire reagire reagire.
E lo dico perché anch'io sono stata nel tunnel nero.

Anonimo ha detto...

Ciao Alba! Mi chiamo Alessandra e mi ha fatto tenerezza leggere il tuo blog: mi sembra di leggere le mie parole...quei pomeriggi domenicali da sola in casa quando posso fumare senza il senso di colpa di avvelenare i figli adolescenti, le bottiglie d'acqua che si accumulano vuote intorno a me perchè sembra che ogni anno 'devi' bere galloni e galloni di acqua pena il precoce e inarrestabile processo di decadimento totale! Le tue domande sono tali e quali alle mie..io le risposte non le cerco piu', ho capito che non me ne frega niente di trovarle, mi bastano le domande :-)

Scherzi a parte (insomma...mica sono poi cosi' tanto scherzi!) io il mio lavoro 'sicuro' l'ho mollato 5 anni fà. E' tutto vero quello che scrivono angelo e bhuidhe ma io stavo morendo dentro in quel lavoro di merda. Preferisco centomila volte orari lunghi, responsabilità e una retribuzione che specie all'inizio è un terno al lotto (riuscirò a coprire almeno le spese sto mese??). Comunque è pure vero che non si può generalizzare, sarebbe una vittoria riuscire a trasformare il luogo di lavoro attuale ma nel mio caso non era quello che volevo, più che di capi stronzi e colleghi automi si trattava di un lavoro che non mi piaceva in sè. Non so come sia per te...ti auguro in ogni caso di trovare la via giusta.
abbracci
alessandra

Anonimo ha detto...

Scusami l' O.T., ma mi sono permesso di "nominarti" :-)

Ciao

Anonimo ha detto...

Io l'ho fatto, Alba. Però ero in una situazione di vantaggio, rispetto a te: dovevo dar conto solo a me stessa. Non ho figli, sono single. E' stato più facile, sebbene sia comunque stato lacerante. Decisi di andarmene a fronte di un'altra proposta, ma fu una sfida con me stessa e non ero sicura di avere il coraggio, la forza necessari per sbattere la porta. L'ho fatto. E la mia vita è cambiata dal giorno alla notte. Sono stata fortunata, mi sono sentita rinata, con nuove energie, nuovi entusiasmi, nuove prospettive. Non ti sto consigliando di farlo, per carità. Però alle volte è vero che la fortuna aiuta gli audaci.
Buona fortuna.
Laura

Anonimo ha detto...

Di fronte alle esperienze di Jane e di Laura non so cosa dire. Certamente la fortuna aiuta gli audaci, ed ogni situazione è diversa. Io non ho mai avuto l'occasione di lavorare in proprio, solo di cambiare azienda, e vengo da famiglie di lavoratori dipendenti. Indubbiamente che ha un background diverso può essere in grado di valutare meglio le situazioni.
Sentire due esperienze di grande soddisfazione nel lavoro indipendente mi fa pensare di essere stato troppo drastico nel mio commento precedente.

assunta altieri ha detto...

Alba,
io ho fatto questa scelta molto tempo fa, in un periodo di enormi cambiamenti. E' andata bene. Chi non risica non rosica, recita un proverbio, giusto per non citare quello già riportato circa la fortuna e gli audaci.

Tuttavia, credo che la fortuna non c'entri nulla. La libera professione implica l'assunzione di rischi imprenditoriali che ti portano - ma forse non tutti siamo fatti allo stesso modo - all'accettazione di molti lavori e dal momento che ciò che tu poni come elemento di scelta è avere del tempo per te, mi sembra giusto che tu sappia che non è vero che ne avrai di più, anzi!
Spesso, inoltre, a meno di costituire una vera e propria azienda (e qui non è solo una questione di scelta ma di investimenti di capitali), il libero professionista si iscrive comunque in un circuito/sistema e tutto sommato, molto spesso, le logiche restano quelle della dipendenza, con in meno le garanzie che quest'ultimo quantomeno offre.

L'esperienza di Laura e di Bhuidhe mi pare diversa dalla tua: nel primo caso c'era comunque una proposta di lavoro, nel secondo (conosco Bhuidhe personalmente) c'è una cultura di tipo nordico che offre spunti di riflessione più allargati circa il rapporto lavorativo.

Se dovessi essere costretta (non amo farlo) a dare un consiglio, beh ti direi di utilizzare questo periodo di riflessione per indirizzare le tue energie sulla costruzione di un terreno fertile per l'eventuale passaggio alla libera professione: creare una rete di contatti, verificare che effettivamente potrebbero esserti utili, verificare la possibilità di effettivo inserimento nelle realtà lavorative che ti interessano (i clienti che hai in mente, ti seguirebbero sul serio o è solo una tua supposizione?), verificare gli introiti economici futuri (valutando anche i costi, attenzione chi è abituato al lavoro dipendente cade nell'amo del netto di fattura e non considera che su quel netto c'è da pagare l'irpef e altro, il costo di iscrizione all'albo, ecc...).

ciao e facci sapere

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny